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Traffico di migranti: un arresto a Macerata, due indagati a Senigallia

La Polizia di Stato di Ancona, assieme ai colleghi tedeschi, ha sgominato un'associazione a delinquere transfrontaliera

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L'operazione "Venezia" della Polizia di Stato di Ancona contro il traffico di migranti

Un’importante operazione transnazionale ha portato all’arresto di una persona a Macerata e alla perquisizione delle case di altri due uomini a Senigallia che avevano messo in piedi un’associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento della immigrazione clandestina di cittadini pakistani attraverso la cosiddetta ‘rotta balcanica’.

Si tratta di Mekmood Muhammad, un operaio pakistano 30enne residente a Macerata, di un 57enne ed un 42enne residenti a Senigallia, nullafacenti, tutti connazionali arrivati in Italia da tempo e che avevano ottenuto il primo permesso di soggiorno come richiedenti asilo politico. Altri tre componenti sono stati individuati in Germania; il capo della “cellula” italiana e quello della “cellula” tedesca sono stati ammanettati all’alba con un mandato di arresto europeo; le abitazioni degli altri quattro componenti (due in Italia e due in Germania) sono state perquisite con il sequestro di materiale probatorio utile per le indagini.

L’operazione “Venezia” messa in campo dalla Polizia di Stato di Ancona, in collaborazione con la Polizia federale tedesca e con il coordinamento della Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona e della Procura della Repubblica di Hof-Baviera, era partita lo scorso aprile 2016.
Un cittadino pakistano aveva denunciato di essere stato segregato da alcuni connazionali in un appartamento interrato di Belgrado, e liberato solo dietro pagamento di un riscatto di oltre 6mila euro da parte del fratello, in aggiunta ai 2100 euro che aveva già versato all’organizzazione criminale per raggiungere la Germania. Il pagamento di una tranche del riscatto era avvenuta nel ristorante “Venezia” di Bad Langensalza, da qui il nome della operazione; altre tranches erano confluite su conti correnti di Senigallia, Macerata e Ancona.

L’organizzazione, accusata quindi anche di sequestro di persona, ha introdotto illegalmente in Germania e in parte in Francia diverse decine di connazionali dietro pagamento di cifre tra i 3.000 e gli 8.500 euro transitando in auto e treno (a volte anche con diversi chilometri a piedi) da Turchia, Grecia, Macedonia, Serbia, Austria, Ungheria oppure dall’Italia per giungere in Francia; i clandestini giunti a destinazione richiedevano asilo politico. Per assicurarsi l’impunità, a volte, le guardie di frontiera venivano pagate.

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