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Marche, prove di ripresa. In crescita fatturato ed investimenti ma l’export perde colpi

Presentato in Regione “Trend Marche”, il rapporto sulle piccole e medie imprese, realizzato da Confartigianato e Cna Marche

artigianato, scarpe, calzature, made in Italy

Artigianato Marche, segnali di ripresa ma l’export perde colpi. Sono dati che arrivano da “Trend Marche”, l’indagine congiunturale presentata questa mattina in regione. Il rapporto semestrale sulle piccole e medie imprese è stato realizzato da Confartigianato e Cna Marche, in collaborazione con la Banca Popolare di Ancona, l’Università Politecnica delle Marche , l’Università di Urbino “Carlo Bo” e l’Istat Marche.

Alla presentazione dell’indagine congiunturale sull’artigianato regionale sono intervenuti i presidenti di Cna MarcheGino Sabatini  e di Confartigianato MarcheSalvatore Fortuna.  Ilario Favaretto dell’Università degli studi di Urbino ha illustrato l’indagine semestrale sui bilanci delle imprese artigiane sotto i 20 addetti mentre il Prorettore dell’Università Politecnica delle Marche Gianluca Gregori (in un videomessaggio) ha analizzato la relazione strategica tra internazionalizzazione e turismo, dal punto di vista delle micro e  piccole imprese.

E’intervenuto inoltre il direttore della Banca Popolare di Ancona Nunzio Tartaglia che ha analizzato la situazione del credito marchigiano, soffermandosi sul rapporto delle imprese con le banche ed i Confidi marchigiani.  Infine l’Assessore regionale all’Industria e Artigianato Manuela Bora ha presentato le linee programmatiche della Regione Marche per l’artigianato e per l’economia regionale.

EXPORT MANIFATTURIERO, TRA GENNAIO E SETTEMBREIN CALO DEL 3,2 PER CENTO ( -291,6 MILIONI DI EURO).

Marche, nei primi nove mesi del 2015 l’export è diminuito del 2,7 per cento, un calo che arriva al 3,2 per cento per il settore manifatturiero. Dati in controtendenza con l’andamento delle esportazioni nazionali che sono aumentate del 4,2 per cento, con l’export manifatturiero in crescita del 4,1 per cento.

Tra gennaio e settembre” hanno affermato i presidenti di Confartigianato Marche Salvatore Fortuna e di Cna Marche Gino Sabatini “le esportazioni manifatturiere (il 98,3% di tutto il nostro export pari a 8,9 miliardi di euro, sono diminuite del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2014, pari a 291,6 milioni di euro in meno. Gran parte del calo è imputabile al crollo delle esportazioni verso la Russia. Anche non considerando l’export verso la Russia, avremmo avuto comunque un calo dell’1,4 per cento. Siamo preoccupati perché soltanto Sicilia (-9,1) e Liguria (-5,3) hanno fatto peggio. Occorre intervenire con urgenza per favorire l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese marchigiane o rischiamo di perdere quote di mercato all’estero. Sarebbe drammatico per le nostre aziende, visto che i consumi interni continuano a restare fermi.”

Tra i comparti più rilevanti del nostro export manifatturiero, si segnala la diminuzione delle esportazioni dei prodotti farmaceutici (-49,2 milioni di euro, pari al -2,9%, ). Variazione negativa anche per il calzaturiero ( -79,8 milioni di euro pari al -4,8%). Diminuzione anche per l’abbigliamento (-48,3 milioni di euro, pari al -10,4%.).

Per quanto riguarda i 15 maggiori mercati di destinazione delle nostre esportazioni manifatturiere, si osserva una diminuzione delle vendite marchigiane in Belgio (-7,4%, pari a 103,4 milioni di euro in meno), che resta comunque il primo Paese di destinazione dei nostri prodotti manifatturieri, Variazione negativa anche in Francia ma di dimensioni più contenute (-4,4% pari a 35,7 milioni di euro), in Russia (-34,0%, pari a 162,2 milioni di euro), nel Regno Unito (-2,1% pari a 10,2 milioni di euro), in Polonia (-1,2%, pari a -3,8 milioni di euro) e in Romania (-0,9%, pari a -2,2 milioni di euro). Tra i restanti principali paesi si osservano delle dinamiche positive: in ordine decrescente per quota di esportazioni manifatturiere delle Marche in tali territori, si registra il +2,1% in Germania, il +16,7% negli Stati Uniti, +11,0% in Spagna e +14,3% in Svizzera. Inoltre si segnala la crescita in Turchia (+14,8%), in Cina (+8,1%) e in Austria (+15,6%).

IMPRESE ARTIGIANE, IN CRESCITA FATTURATO E INVESTIMENTI. AUMENTANO ANCHE LE SPESE PER LE RETRIBUZIONI E PER LA FORMAZIONE

Secondo “Trend Marche”, le imprese artigiane con meno di 20 addetti, nella prima parte del 2015 hanno aumentato il fatturato del 6,1 per cento ed hanno registrato anche un deciso incremento degli investimenti, più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In crescita sia gli investimenti in macchinari sia in immobili. A trainare i bilanci delle piccole imprese artigiane è il fatturato interno (+7,6) mentre crolla il fatturato delle aziende conto terzi (-12,7).

Al rafforzarsi della ripresa, corrisponde anche una decisa crescita delle spese per retribuzioni (+10,2%), di quella per assicurazioni (+4,6%) e, soprattutto, di quella per formazione (+142%). Risulta, all’opposto, ancora in calo la spesa per consumi (-4,0%).

Il manifatturiero guida la ripresa. Infatti l’incremento del fatturato nel primo semestre 2015 è pari nel terziario al +3,6 per cento, nelle costruzioni al +6,0 per cento e, nel manifatturiero, al +7,9 per cento.

Tra le attività manifatturiere, si segnala la ripresa del fatturato registrata dal legno mobile (+10,4 per cento) e dalla meccanica (+9,5 per cento), l’inversione positiva di tendenza del pelli cuoio e calzature che riprende a crescere nel fatturato (+3,8 per cento) dopo quattro semestri consecutivi di diminuzione, la battuta d’arresto del tessile abbigliamento (-2,1 per cento) dopo quattro semestri consecutivi di crescita, il proseguire della crisi per le trasformazioni alimentari (-2,5 per cento).

Tra i servizi, continua la ripresa nel settore dei trasporti (+5,1 per cento) e delle autoriparazioni (+5,2 per cento) mentre prosegue il trend di leggero calo del fatturato per i servizi a persone e famiglie (-1,0 per cento).

FOCUS SU ARTIGIANATO E TURISMO

Negli ultimi dodici mesi i turisti hanno speso nella nostra regione 411,4 milioni di euro di cui 307,3 lasciati nella nostra regione dagli italiani e 103,7 dagli stranieri. Si tratta, secondo “Trend Marche”, di un flusso di denaro importante per le 9.269 imprese artigiane marchigiane della cultura e del turismo.

L’artigianato marchigiano si piazza al terzo posto in Italia per offerta turistica sul totale dell’artigianato nelle regioni italiane, con una quota di imprese interessate dalla domanda turistica del 19,4 per cento rispetto ad una media nazionale del 15,6 per cento. Praticamente un’impresa artigiana su cinque è a vocazione turistica. La precedono solo due territori del Mezzogiorno; la Campania con il 21,2 per cento e la Sicilia con il 20,9 per cento.

Turismo marchigiano che viaggia di pari passo con la cultura. Le Marche sono infatti la prima regione per quota di spesa attivata dalla cultura sul totale della spesa turistica: 51,1 per cento a fronte di una media nazionale del 37,3 per cento.

Rimettere al centro la creatività e i saperi artigiani come rimedi alla stagnazione e alla crisi significa per le Marche riproporre il legame perduto tra cultura e creatività, tra le caratteristiche profonde del territorio e le sue potenzialità innovative, per rispondere nel migliore dei modi alle esigenze di rilancio dell’economia regionale.

Al riguardo Manuela BoraLa Regione considera quella dell’artigianato una vera emergenza malgrado i primi timidi segnali di ripresa. La vogliamo affrontare utilizzando 2,5 milioni del Fondo Unico Regionale per favorire le reti d’impresa, l e commerci e l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Abbiamo previsto 450 mila euro per la digitalizzazione delle Pmi e 600 mila euro per i consorzi export. Inoltre intendiamo utilizzare le risorse comunitarie tarando i bandi sulle piccole e medie imprese”.

Nunzio Tartaglia– Direttore Banca Popolare di Ancona- UBI Banca: “La ripresa è in atto ma le imprese artigiane hanno lasciato sul terreno il 20 per cento del fatturato e se non si risolvono i problemi strutturali del sistema produttivo marchigiano alla prossima crisi se ne andrà un altro 20 per cento di fatturato. Per questo va affrontato il tema della frammentazione che c’è in questa regione unificando i Confidi e le società per l’internazionalizzazione. La Regione può favorire questi processi mettendo risorse. Infine alle imprese serve una consulenza strategica e organizzativa in grado di sostenerle su mercati

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