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Grandi investitori, piccoli azionisti e dipendenti insieme per Banca Marche

Dipendiamo Banca Marche scrive ai commissari: nel cda siano rappresentati anche privati e lavoratori azionisti

Sandro Forlani, presidente ass. Dipendiamo Banca Marche

“Ai Sigg. Commissari di Banca Marche

Dopo un periodo di silenzio piuttosto lungo, è soltanto attraverso la stampa locale, quando invece in qualità di azionisti avremmo dovuto essere informati da fonti ufficiali, che siamo stati messi in grado di conoscere nuove notizie sulle vicende di Banca Marche ed in particolare su quelli che potrebbero essere i grandi investitori interessati al suo rilancio.

In tale contesto FONSPA, avvalendosi anche del Fondo Interbancario e della partecipazione di un importante Fondo americano, sembrerebbe fortemente motivato a condurre in porto l’operazione al cui esito positivo oggi mancherebbe “solamente” l’individuazione di un grande gruppo bancario il cui intervento, fortemente voluto da Bankit, sarebbe in grado di apportare, oltre ad una adeguata quota di partecipazione relativa al futuro aumento di capitale sociale, anche quella garanzia di esperienza e professionalità necessaria a ricreare quella grande fiducia tra tutti gli operatori socioeconomici del territorio che Banca Marche aveva saputo conquistare fin dalla sua nascita ed oggi fortemente compromessa dal comportamento di amministratori e manager sul cui operato sta indagando la magistratura.

E sono proprio le caratteristiche legate alla territorialità che portano ad una semplice riflessione: per quanto determinanti siano gli interventi dei citati grandi investitori, la nuova Banca Marche dovrà poter contare anche su una importante ricapitalizzazione da parte di quelle migliaia di piccoli azionisti che, oggi fortemente scoraggiati, sarebbero tuttavia pronti a orientare di nuovo la loro fiducia verso una banca che mostrasse una rinnovata propensione a svolgere davvero un’attività creditizia a favore di una economia tipica di questo territorio, caratterizzata dalla presenza di famiglie in cui la propensione al risparmio è sempre stata elevata e dalla operosità ed ingegno di un settore produttivo che, se oggi subisce le conseguenze della crisi che sta attraversando il Paese, sarà senz’altro capace di raggiungere, in un futuro che si auspica prossimo, i livelli di grande eccellenza già raggiunti in un passato non lontano.

Riteniamo che, accanto alla presenza dei piccoli azionisti, determinante per il futuro di Banca Marche sarà quella dei lavoratori che anche in questi ultimi difficilissimi mesi non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno alla banca sia attraverso la propria professionalità sia come portatori, per una altissima percentuale di loro, di quote di partecipazione anche rilevanti.

Se il lavoro che i Commissari, sotto l’egida di Bankit, hanno portato avanti in tutti questi mesi si tradurrà nella creazione della nuova Banca Marche da noi auspicata, non mancherà certamente, nella costituzione del suo capitale sociale, anche il forte sostegno da parte di tutte quelle migliaia di azionisti privati e dei lavoratori azionisti.

A tale proposito, occorrerà sempre tenere ben presente, come considerazione prima, che gli azionisti privati ed i lavoratori dipendenti sono prima di tutto depositanti presso tutte le agenzie di Banca Marche e tali continueranno ad essere anche nella nuova banca solamente se la stessa sarà capace di non fare ricadere in capo agli stessi i danni economici e morali provocati dai precedenti manager ed amministratori.

Saranno pertanto fondamentali due aspetti.
Il primo che venga assicurata alle vecchie azioni un’equa valutazione in cui l’unità di misura non sia costituita solamente da un mero conteggio numerico (capitale attuale diviso numero delle azioni possedute), ma che tenga conto del fatto che a tutti i vecchi azionisti va riconosciuto il merito storico di avere permesso la nascita e lo sviluppo di una entità come Banca Marche che in questi ultimi venti anni ha sostenuto, accresciuto e qualificato l’economia di un intero territorio. E tutto ciò si può senz’altro tradurre anche in un grande valore numerico.

Il secondo riguarda invece la compagine amministrativa che guiderà la nuova Banca Marche. Noi riteniamo fondamentale, soprattutto al fine di impedire che in futuro si ripetano le gravi mancanze che hanno portato alla situazione attuale, che le due categorie citate, gli azionisti privati ed i dipendenti azionisti, siano adeguatamente rappresentate, aldilà della quantità di azioni espresse, all’interno del nuovo consiglio di amministrazione.

Ringraziando I Sigg. Commissari per la cortese attenzione prestataci ed auspicando per loro, per la clientela tutta e per tutti gli azionisti che tale attività si traduca nei migliori successi, porgiamo distinti saluti”.

 

da Sandro Forlani,
presidente dell’ass. Dipendiamo Banca Marche

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