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Inquinamento elettromagnetico nelle Marche, da Micucci una pdl per ridurre i rischi

"Oltre certi limiti può diventare dannoso per ambiente e salute"

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Francesco Micucci

È silenzioso e invisibile. Ma, oltre certi limiti, diventa dannoso per ambiente e salute. È il cosiddetto inquinamento elettromagnetico, legato agli impianti di radiocomunicazione.

Per questo, per l’importanza dei settori che coinvolge, è al centro della proposta di legge del consigliere regionale PD, Francesco Micucci, primo firmatario dell’atto, sottoscritto anche dai consiglieri regionali Andrea Biancani, Francesco Giacinti ed Enzo Giancarli, per aggiornare ed integrare la normativa regionale esistente (l.r. 13 novembre 2001, n.25).

“Le modifiche all’attuale legge regionale – spiega Micucci – sono necessarie per adeguarla all’evoluzione normativa nazionale, che ha introdotto novità nel rilascio dei titoli abilitativi, rispondendo al principio comunitario di semplificazione delle procedure e per aggiornare la nozione di ‘impianti di radiocomunicazione’ allo sviluppo tecnologico, assoggettando alla disciplina regionale anche i mezzi di ultima generazione, come il Wi-Fi e il WiMax.
L’obiettivo primo di questa pdl – sottolinea il consigliere – è garantire un’effettiva e rigorosa tutela ambientale e sanitaria dei cittadini marchigiani dall’inquinamento elettromagnetico. Per questo viene introdotto il principio di minimizzazione, cioè l’obbligo per le infrastrutture di produrre valori di campo elettromagnetico più bassi possibile, compatibilmente con la qualità del servizio.
Questo intervento normativo, inoltre – prosegue Micucci –, attribuisce agli enti locali la facoltà di associarsi per elaborare una disciplina intercomunale che regolamenti l’installazione e l’esercizio degli impianti di radiocomunicazione. Una disciplina per la cui approvazione la pdl prevede che i comuni assicurino la trasparenza, l’informazione e la partecipazione della popolazione residente e degli altri soggetti interessati nonché la consultazione con i comuni limitrofi per favorire l’accorpamento degli impianti.
Altra novità prevista da questa pdl – illustra Micucci – è l’istituzione presso l’Arpam del registro dei siti ritenuti dai comuni idonei per l’installazione di nuovi impianti e per la delocalizzazione di quelli esistenti. Nuovi sono anche alcuni criteri localizzativi che i comuni devono seguire nella definizione del regolamento comunale o intercomunale e nel rilascio del titolo abilitativo, come la previsione di installare impianti in via prioritaria in zone non edificate e la promozione della centralizzazione degli impianti.
Per i gestori e i titolari degli impianti – conclude il consigliere – viene introdotto l’onere di inviare ogni anno a comune, Arpam e Asur un piano descrittivo della propria rete e il relativo programma di sviluppo. La pdl prevede poi l’obbligo per i comuni di inviare alla Regione una relazione annuale sugli accertamenti delle violazioni e sulle sanzioni”.

Un quadro dettagliato e complesso quello avanzato da Micucci che, nel pieno rispetto del riparto delle competenze legislative coinvolte – esclusive statali, come quelle sulla tutela dell’ambiente e concorrenti Stato-Regioni, come quelle relative a governo del territorio, tutela della salute e ordinamento della comunicazione – mira ad offrire un’ampia e concreta salvaguardia, del territorio e delle persone.

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