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Accoglienza e migranti: approvato il d.l. alla Camera

Lodolini: "Snellire le procedure per il riconoscimento d'asilo e garantire efficacia a decreti di espulsione e rimpatrio"

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Accoglienza in Italia e in Europa dei migranti sui barconi che rischiano la vita

La Camera dei deputati ha approvato il Decreto Legge che riguarda l’accoglienza e la gestione degli immigrati e, insieme a quello sicurezza, rappresenta il pacchetto di provvedimenti del governo in materia. Il nuovo decreto sui migranti si pone soprattutto come obiettivo quello di ridurre il tempo necessario al riconoscimento del diritto d’asilo e facilitare i meccanismi e i sistemi necessari per i rimpatri dei migranti che non hanno diritto all’asilo. Viene annullato il secondo grado di giudizio per le richieste di asilo in caso in cui il diritto sia stato negato.

“Il decreto immigrazione rafforza l’azione del governo nei confronti di un fenomeno di proporzioni davvero imponenti” – ha detto Emanuele Lodolini, membro della Commissione Difesa della Camera. “Tre le ragioni di straordinaria necessità ed urgenza che hanno motivato questa azione legislativa: accelerare il riconoscimento della protezione internazionale, snellire le procedure per l’identificazione dei cittadini stranieri e potenziare la rete dei centri di accoglienza, assicurando al Ministero dell’Interno le risorse necessarie per garantire l’effettività dell’esecuzione dei provvedimenti di espulsione“. “Occorre – ha aggiunto – concentrare gli sforzi per fermare e ridurre i flussi e per una adeguata accoglienza, intesa come sistema e gestione delle strutture. L’Italia deve accogliere chi scappa da guerre e violenze e rimpatriare chi non ha diritto di restare”.

Emanuele Lodolini“Si tratta di un provvedimento molto atteso al quale abbiamo lavorato per giungere ad una celere approvazione e che segue il Decreto Minniti in materia di sicurezza urbana convinti che la percezione della sicurezza non sia un tema di destra o di sinistra ma un diritto di tutti i cittadini – ha concluso Lodolini ribadendo che “bisogna aumentare la sicurezza e la libertà dei cittadini con strumenti efficaci coinvolgendo tutte le istituzioni e mettendo al centro dell’azione di governo le persone che vivono nelle periferie delle aree urbane, che sono le zone spesso più degradate e meno sicure e dove si scaricano le tensioni sociali della crisi. Nella relazione del Ministro dell’Interno sull’attività delle forze di polizia si indica che nel 2015 il 26,6% dei furti è avvenuto in 9 realtà metropolitane distribuite in tutto il paese: Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Firenze, Bari, Palermo ed Ancona. La stessa relazione registra anche per il 2015 una diminuzione dei reati che conferma una tendenza in atto dal 2014. La sicurezza urbana viene definita un bene pubblico che riguarda la vivibilità e il decoro delle città. Consentire ai questori di emanare un daspo (divieto di frequentare certi luoghi urbani) contro un imbrattatore di muri, o contro uno spacciatore che fa tappa fissa davanti a una scuola, non è una cosa di destra; è una cosa giusta. Elaborare coi sindaci una legge fondata sull’idea che sicurezza significa lottare insieme contro il degrado e l’esclusione sociale, unire rispetto delle regole e solidarietà, cultura e rigore, non è sceriffismo; è una cosa giusta, vantaggiosa in primo luogo per i più deboli”.

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