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“Nulla di fatto a Roma per la messa in sicurezza dei cantieri sull’autostrada A-14”

Mangialardi critico: "Solo un vago impegno. Schiaffo ai marchigiani"

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Maurizio Mangialardi

Solo un vago impegno ad aumentare le ore di lavoro notturne nei cantieri, e forse nemmeno tutti, presenti nel tratto della A14 dove sabato scorso si è verificata l’ennesima tragedia.

È davvero magro il risultato ottenuto dai presidenti delle Regioni Marche e Abruzzo, entrambi di Fratelli d’Italia, e dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dopo il summit avvenuto ieri a Roma con Società Autostrade per l’Italia. Anzi, possiamo dirlo senza timore di essere smentiti: una vergogna inaccettabile, che lascia insoluto il drammatico problema della sicurezza su quel tratto autostradale che nell’ultimo anno e mezzo ha visto perdere la vita a ben otto persone.

L’ennesimo schiaffo della destra-destra ai marchigiani, che neppure quando governa l’intera filiera istituzionale, dalle Regioni ai ministeri, è capace di dare risposta ai bisogni dei cittadini. A questo punto è del tutto legittimo chiedersi: qual è il vero Acquaroli? Il leone che all’indomani della disgrazia urla parole di fuoco sulla stampa contro Società Autostrade o il gattino bagnato che, come sempre accade, quando si tratta di interloquire sui tavoli nazionali si piega irrimediabilmente al volere dei leader nazionali della sua maggioranza?”.

Così il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi commenta i risultati dell’incontro convocato ieri dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, a cui hanno preso parte i presidenti delle Regioni Marche e Abruzzo, Francesco Acquaroli e Marco Marsilio, e Società Autostrade per l’Italia.

Non è una risposta alla necessità di garantire la sicurezza degli utenti della A14 – aggiunge Mangialardi – neanche l’idea di differire gli interventi nel tentativo di decongestionare la circolazione. Le due soluzioni comunicate dal ministero delle Infrastrutture sono solo un palliativo rispetto agli enormi rischi che incombono sugli automobilisti che percorrono quel tratto autostradale. A questo punto se né il ministero né le Regioni riescono a ottenere da Società autostrade le misure che occorrono, forse è il caso che provveda l’autorità giudiziaria con una propria ordinanza”.

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