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Lavoratori Asur Marche, preoccupati i sindacati

"Il leit motiv è sempre lo stesso: risparmio sul costo del personale e taglio delle retribuzioni accessorie"

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Fano, ospedale Santa Croce

Le Organizzazioni Sindacali Territoriali del pubblico impiego FP Cgil – Cisl FP – Uil FPL esprimono preoccupazione in merito alle recenti decisioni assunte a livello regionale dalla Giunta Ceriscioli ed a livello locale dall’Asur Marche.

Entrambe hanno alla base come comune denominatore il risparmio sul costo del personale ed il taglio delle retribuzioni accessorie.

Secondo i sindacati, dipendenti che guadagnano 1400/1500 euro al mese, stipendi che sono di molto inferiori alla media dei loro colleghi europei, ben presto potrebbero ritrovarsi con un aumento esponenziale dei carichi di lavoro e la progressiva diminuzione dei riposi per il recupero psico-fisico a causa della mancata sostituzione del personale cessato, mettendo a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori e di conseguenza la qualità dei servizi erogati.

“Oltre al mancato riconoscimento della retribuzione accessoria legata alle progressioni economiche orizzontali (quello che nel privato è chiamato scatto ed è legato automaticamente all’anzianità aziendale) che vale circa 40/50 euro al mese, i dipendenti dell’Area Vasta 1 sono penalizzati anche nell’erogazione dell’indennità giornaliera legata al disagio dei turni di lavoro – spiegano Cgil, Cisl e Uil – Una interpretazione fantasiosa e rigida del recente CCNL sottoscritto il 21/05/2018 da parte dell’Asur Marche sta provocando una decurtazione sistematica degli stipendi del personale dipendente, arrivando persino a negare la cosiddetta indennità di disagio al personale sanitario che lavora con turni di lavoro di 12 ore”.

“Per l’Area Vasta 1 di Fano il taglio sul capitolo di spesa del “personale” potrebbe essere il più alto tra tutte le Aree Vaste – aggiungono i sindacati – Oltre a Chiaruccia di Fano, Villa Montefeltro a Sassocorvaro, Kos Care a Cagli altri servizi che oggi conosciamo come pubblici potrebbero essere affidati ai privati per effetto dei pesanti vincoli di spesa imposti alla sanità pubblica”.

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