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Rinnovato il contratto collettivo regionale per i dipendenti delle aziende artigiane

Interessati oltre 10mila lavoratori nei settori Tessile-Moda, Chimica e Ceramica

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Rinnovato il contratto collettivo regionale per i lavoratori delle aziende artigiane

Prosegue la stagione di rinnovi contrattuali e a beneficiare della sottoscrizione nella sede dell’Ebam Marche dell’accordo tra le Confederazioni datoriali regionali Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai, e le Federazioni sindacali regionali Filctem – Cgil, Femca – Cisl e Uiltec – Uil sono i lavoratori delle aziende artigiane che applicano il CCNL Area Tessile-Moda, Chimica e Ceramica che rientrano nella sfera di applicazione dei seguenti comparti: Tessile, Abbigliamento, Calzature, Pulitintolavanderie, Occhialeria-Ottica, Chimica, Gomma-Plastica e Vetro-Ceramica.

Nelle Marche esso rappresenta un settore primario della produzione artigianale regionale il cui rinnovo del contratto collettivo regionale interessa complessivamente 1.540 imprese che occupano 10.208 lavoratori.

Qualità di processo e di prodotto, trasferimento di tecnologie, reperimento e valorizzazione delle risorse umane, gestione manageriale delle imprese, sostegno alla commercializzazione, allo sviluppo e all’internazionalizzazione sono le condizioni da affrontare per reggere le sfide competitive di un settore che fronteggia processi di delocalizzazione produttiva e di internazionalizzazione.

Per il raggiungimento di questi obiettivi è necessario il rilancio di politiche di settore, attraverso la concertazione di politiche attive, la contrattazione, l’aggregazione di imprese e la bilateralità definendo ed incentivando percorsi finalizzati ad una collaborazione sempre più stretta tra le piccole e microimprese e alla creazione di consorzi e “unioni di filiera”. L’accordo è stato salutato dalle parti datoriali e sindacali come un fondamentale snodo che riguarda i temi della contrattazione sul salario, welfare, sulle maggiori tutele sulla salute e sicurezza sul lavoro.

«Consideriamo l’artigianato ed al suo interno il comparto della moda, una componente essenziale per l’economia e la società regionale, ai primissimi posti a livello nazionale e regionale per incidenza sugli indicatori economici ed occupazionali, nonostante le difficoltà congiunturali e strutturali finanziarie ed economiche evidenziatesi negli ultimi anni – dice Riccardo Battisti in rappresentanza della parte datoriale dei firmatari – e per questo salutiamo l’accordo sottoscritto con grande favore che conferma la stagione di positiva interlocuzione che ha maturato recentemente la firma sul altri rinnovi contrattuali».

L’accordo sottoscritto garantisce a tutti i lavoratori artigiani della regione un aumento dell’1,2% mensile sui minimi tabellari, inoltre per l’anno 2024 al riconoscimento di 110 € di welfare nel mese di Novembre per tutti i dipendenti.

«Come Organizzazioni Sindacali del settore artigiano Moda, Gomma-Plastica e Chimica ci riteniamo soddisfatti per il raggiungimento dell’accordo per il rinnovo del contratto integrativo regionale» – hanno detto Linda Bracalente e David Visani per Filctem – Cgil, Francesco Interlenghi per Femca – Cisl e Manuel Broglia per Uiltec – Uil. «Questo risultato, raggiunto dopo diversi anni dall’ultimo rinnovo, rappresenta un segnale rilevante in un contesto particolarmente difficile per il settore, che continua a essere fortemente condizionato dalla crisi economica e dalle incertezze del mercato. Nonostante il quadro economico complesso, il rinnovo del contratto introduce un aumento salariale dell’1,2% sul montante contributivo, a partire dal mese di Ottobre. Questo incremento rappresenta un passo significativo verso la tutela del potere d’acquisto dei lavoratori, riconoscendo gli sforzi e l’impegno profuso in un periodo di grande difficoltà» – concludono.

Contestualmente le parti sociali del settore Tessile Abbigliamento Calzature Pelli e Cuoio hanno sottoscritto anche un Avviso Comune proponendo per le imprese uno strumento in deroga che preveda una prestazione specifica per tutti i lavoratori posti in stato di crisi, rilevato che il 50% delle imprese di settore stanno ultimando l’unico ammortizzatore sociale a disposizione.

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