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“Il piano per la gestione del lupo è una caccia sotto mentite spoglie”

Brignone (Possibile): "Deciso NO al piano, servono misure per gli allevatori ma anche per la conservazione della specie"

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lupi, animali selvatici

“La Conferenza Stato-Regioni, riunitasi il 24 gennaio, ha espresso parere positivo al nuovo ‘Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia‘ proposto dal Ministero dell’Ambiente. Il testo ora passa – spiega la deputata di Possibile Beatrice Brignone – al Governo e ai Presidenti delle Regioni per il voto finale del prossimo 2 febbraio”.

“Le direttive del Piano – sostenute da allevatori e cacciatori, contrarie le Associazioni ambientaliste – prevedono la possibilità da parte delle Regioni di applicare una deroga alla tutela della specie, attuando abbattimenti legali, anche se nel documento non si parla di caccia o di uccisione di lupi, bensì è usato il termine “prelievi“, dicendola lunga sull’elusione del testo.
Riteniamo fondamentale una revisione del Piano, poiché in caso contrario, il Paese tornerebbe indietro di 46 anni in materia di tutela e conservazione del lupo, evidenziando che secondo stime nazionali, sarebbero oltre 300 i lupi vittime ogni anno che in Italia (già decimati a causa di atti illegali o incidenti stradali) ai quali si aggiungerebbero le uccisioni autorizzate dal Piano che rischia di aumentare il bracconaggio sotto le mentite spoglie del “prelievo” autorizzato”.

Possibile ribadisce il suo deciso NO a un Piano che di fatto costituisce l’apertura incontrollata della caccia ai lupi, sia per le opportune ragioni scientifiche rappresentate al Ministero dell’Ambiente da parte delle maggiori sigle ambientaliste, sia per ragioni etiche e di tutela e conservazione del patrimonio faunistico del nostro Paese. D’altro canto, è necessario tutelare le attività di allevamento – uno dei principali tessuti economici delle aree montane – ma nello stesso tempo conservare la biodiversità rappresentata dal lupo. E’ necessario rafforzare azioni per la prevenzione dei danni, velocizzare gli indennizzi agli allevatori per garantire il sostegno economico-finanziario, monitorare la specie, mettere in campo attività d’informazione e formazione degli allevatori e assicurare efficienza ed efficacia nel sistema di accertamento e risarcimento dei danni per assicurare un completo reintegro della perdita di reddito”.

“Il Piano Nazionale così com’è – conclude la deputata di Senigallia – non prospetta soluzioni per gli allevatori ma garantisce l’aggravio di nuovi abbattimenti della specie e una maggiore tolleranza verso atti di bracconaggio e di “giustizia” privata. Per questi motivi abbiamo presentato una interrogazione al Ministro Galletti e fatto un appello al Presidente del Consiglio e al Ministro Galletti, affinché ascoltino anche le ragioni delle Associazioni ambientaliste e non solo quelle di convenienza politica”.
On. Beatrice Brignone
XVII Legislatura Camera dei Deputati
Commissione XII Affari Sociali

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