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Marche, lavoro: aumentano gli assunti ma con contratti sempre più precari

L'occupazione va a rilento, peggio che nel resto del paese. La denuncia dell'Ires-Cgil

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manifestazione della Cgil per il lavoro

Nei primi nove mesi dell’anno, le aziende marchigiane hanno assunto 108.341 persone e cioè il 5,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. La maggior parte dei neo assunti ha un contratto a termine (68,7%), il 25,7% è stato assunto con un contratto a tempo indeterminato e solo il 5,6% come apprendista.

Alcune delle assunzioni a tempo indeterminato – sottolinea Novella Lodolini, Ires Marche – sono state effettuate beneficiando dell’esonero contributivo istituito con la legge 190 del 2014. In particolare, su 27.834 assunzioni a tempo indeterminato, 16.438 (59,1%) hanno avuto luogo sfruttando l’esonero contributivo. Di queste, per 6.083 si è trattato di una trasformazione in tempo indeterminato di contratti a termine“.

Le cessazioni di lavoro sono state 95.476 con la creazione di un saldo positivo “assunzioni – cessazioni” pari a 12.865 posti di lavoro. Si inizia a lavorare più di quanto si smetta ma non per i contratti di lavoro a tempo indeterminato: le cessazioni , infatti, superano le assunzioni di 1.283 unità.

Il numero di voucher venduti da gennaio a settembre nelle Marche è pari a 3,6 milioni, il 65,3% in più rispetto allo stesso periodo 2014.

Rispetto ai valori medi osservati per il centro Italia e per il Paese nella sua totalità, la situazione delle Marche è peculiare (e si confermano le tendenze osservate per il periodo “gennaio-agosto”):
– l’incremento delle assunzioni complessive nelle Marche è inferiore (5,4% Marche, 8,3% centro Italia, 8,7% Italia);
– l’incidenza delle assunzioni a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni è inferiore (25,7% Marche, 31% centro Italia, 32,5% Italia);
– l’incidenza delle assunzioni a termine sul totale delle assunzioni è maggiore (68,7% Marche, 64,9% centro Italia, 63,9% Italia);
– l’incidenza delle assunzioni a tempo indeterminato mediante esonero contributivo sul totale delle assunzioni a tempo indeterminato è maggiore (59,1% Marche, 54,9% centro Italia, 52,9% Italia)
– l’incidenza delle trasformazioni dei tempi determinati in indeterminati mediante esonero contributivo è maggiore (37% Marche, 28,3% centro Italia, 28,7% Italia);
– nelle altre regioni italiane il saldo tra assunzioni e cessazioni per il lavoro a tempo indeterminato è mediamente positivo mentre per le Marche ha segno meno.
– l’incremento dei voucher venduti nelle Marche è inferiore (+65,3% Marche, +75,1% centro Italia, +69,3% Italia).

Purtroppo, si conferma il fatto che nelle Marche la crescita occupazionale va più a rilento rispetto alle altre regioni – dichiara Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche – .Il saldo negativo sui tempi indeterminati mette in evidenza l’incremento della precarietà con l’aumento dei contratti a termine e dei voucher e conferma i dati dei giorni scorsi sulla crescita della Cig. Tutto questo è un chiaro segnale che il nostro sistema produttivo deve orientarsi maggiormente verso ricerca e innovazione“.

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