Maurizio Mangialardi torna sul tema dei fondi PNRR per le strutture sanitarie
"Il nervosismo di alcuni di fronte alla realtà nasconde le false promesse da campagna elettorale"

Sono rimasto, devo dirlo, sorpreso dalle reazioni scomposte e inadeguate che hanno fatto seguito alla risposta dell’assessore Calcinaro alla mia interpellanza sullo stato di avanzamento del PNRR – Missione 6 Salute.
Certo, considerando i soggetti che sono usciti pubblicamente, ormai non dovrebbe più sorprendermi nulla: né nel merito, né nei modi, né nelle posture.
Tuttavia, mi chiedo come sia possibile continuare a negare un’evidenza che è ormai sotto gli occhi di tutti, anche dello stesso assessore alla Sanità: i tempi imposti dal PNRR non possono essere rispettati per una parte significativa delle opere marchigiane. È una realtà oggettiva, non un’opinione.
Non è Mangialardi a dire che l’Italia deve realizzare 1.038 Case della Comunità entro giugno 2026, pena la perdita dei fondi: lo ha stabilito la Commissione Europea.
Non è Mangialardi a segnalare che 5 Case della Comunità e 1 Ospedale di Comunità sono a rischio nelle Marche: lo ha dichiarato l’assessore Calcinaro.
E non è Mangialardi a sollevare perplessità sulla Palazzina delle Emergenze di Senigallia: è la Corte dei Conti nel Giudizio di Parifica sul Rendiconto.
Dobbiamo forse sostenere che la Corte dei Conti diffonde allarmismo? Certamente no. I magistrati contabili registrano fatti, verificano ritardi, e chiedono alla Regione risposte certe e documentate. È esattamente ciò che fanno anche i consiglieri regionali di minoranza quando presentano atti ispettivi: esercitano un diritto e un dovere istituzionale, senza rancore né secondi fini.
Tutti tifiamo affinché le opere vengano realizzate. Nessuno escluso.
E tutti, almeno spero, siamo consapevoli dell’importanza in particolare delle strutture PNRR della medicina del territorio: Case di Comunità e Ospedali di Comunità che rappresentano l’ossatura di un servizio sanitario moderno, capace di alleggerire gli ospedali e ridurre le liste d’attesa.
Negare la realtà, però, non serve a nulla, se non, forse, ad alimentare una sterile propaganda presto smentita dai fatti. I ritardi e le criticità emerse dalla risposta dell’assessore non sono altro che una constatazione minima necessaria, da cui è ineludibile partire per trovare insieme le soluzioni più opportune. Parliamo di 6 strutture che con assoluta certezza non riusciranno ad essere concluse entro i tempi, a cui se ne affiancano altre che, stando ai dati disponibili su OpenPNRR, scontano pure ritardi gravi, anche se almeno potenzialmente colmabili entro il 30 Giugno 2026.
Perché allora tutta questa isteria? Perché questo nervosismo, perché sono state evidenziate solo alcune (non tutte) tra le opere PNRR in ritardo? Perché attaccare, anche con epiteti tra il triviale e il ridicolo, chi ha semplicemente posto una questione reale in Consiglio regionale?
La risposta è semplice: siamo davanti al tentativo di coprire, con accuse infondate, false promesse sbandierate in campagna elettorale. Ma i cittadini hanno la memoria lunga.
Lo sanno benissimo, per esempio, a Corinaldo.
Ricordano una riunione del 1° luglio 2025 con il sindaco Aloisi e il direttore AST Stroppa. In quell’occasione fu presentato un cronoprogramma rassicurante: progetto esecutivo entro il 21 luglio, lavori conclusi entro marzo 2026. Peccato che il progetto esecutivo sia stato approvato solo il 7 novembre, e che del cantiere non ci sia traccia, se non una recinzione apparsa sotto campagna elettorale.
Non solo. Il 29 luglio, sempre a Corinaldo, si è svolto un sopralluogo alla presenza del direttore Stroppa, del sindaco Aloisi e, in modo del tutto inusuale, di un semplice avvocato candidato di Fratelli d’Italia alle regionali. Lì si parlò di 600 giorni di cantiere e si affermò che, in caso di mancato rispetto dei termini PNRR, “la Regione avrebbe provveduto con fondi propri”.
Esattamente ciò che ho proposto nel mio Ordine del Giorno. Ordine del Giorno che, tuttavia, è stato bocciato proprio da alcuni di coloro che a quella riunione del 29 luglio erano presenti.
E veniamo al punto centrale: se i tempi non sono rispettabili, le risorse PNRR saranno perse. Questo è il dato.
Che il Governo Meloni, quello Acquaroli, il Vicecommissario europeo Fitto trovino soluzioni alternative è tutto da verificare: oggi non esiste alcuna norma o copertura che possa rassicurare i territori, non certo quelle sbandierate in modo incompetente dai soliti superficiali e imbonitori.
Ed è esattamente per questa ragione che ho posto la questione in Consiglio regionale: non per creare allarme, ma per dire la verità e difendere gli interessi delle Marche.
da: Maurizio Mangialardi



















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