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Percorsi condivisi per integrazione nelle Marche di minori stranieri non accompagnati

Confronto voluto dal Garante partendo dai dati regionali nel rapporto di Defence for Children International Italia

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Incontro Garante su minori stranieri non accompagnati

In occasione della prossima Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, quest’anno il Garante focalizza l’attenzione sui minori stranieri non accompagnati.

Un confronto a tutto campo con chi interagisce quotidianamente sulle diverse problematiche nel corso dell’incontro ospitato a Palazzo Li Madou e dedicato all’attuazione nelle Marche della legge nazionale di settore, approvata nel 2017.

“Abbiamo inteso fornire un taglio concreto a questo evento – ha specificato il Garante – mettendo insieme le rappresentanze dei diversi livelli d’intervento, dal sistema centrale del Ministero, alla Prefettura, alla Questura, alla Regione, agli enti locali ed alle comunità di accoglienza, fino ad arrivare all’ultimo anello che è quello del tutore volontario. In Italia abbiamo una buona legge, ma sappiano anche che il sistema è estremamente frastagliato per il sommarsi di molteplici competenze che non sempre riescono a trovare il necessario coordinamento. Il nostro obiettivo è quello di individuare percorsi condivisi, fare rete per rimuovere gli ostacoli”.

E proprio su questo obiettivo si sono ritrovati tutti gli interventi dei presenti, che mettendo mano alle criticità hanno fatto riferimento ad un nuovo processo sinergico che agevoli il percorso della legge.

Portando il saluto della Regione, il Presidente Francesco Acquaroli ha evidenziato l’importante lavoro che si sta effettuando sul territorio, con l’augurio che possa procedere nel migliore dei modi per il raggiungimento dei traguardi prefissati.

Punto di partenza del dibattito i contenuti del rapporto di Defence for Children International Italia, che costituisce una nuova tappa delle attività di ricognizione rapida avviate, unitamente al Cespi, già nel 2020 relativamente al progetto “Child Rights Helpdesk” nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale sui minori stranieri non accompagnati. Il rapporto concentra l’attenzione su Sicilia, Puglia, Marche e Liguria.

Passando ai dati salienti contenuti nel capitolo dedicato al territorio regionale – illustrato dal direttore Pippo Costella e dai collaboratori che hanno attivato la ricerca – il numero dei minori stranieri non accompagnati censiti nel territorio marchigiano (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione generale dell’immigrazione e delle Politiche d’integrazione) era di 221 al 31 dicembre del 2021, andando a rappresentare l’1,8 % delle presenze a livello nazionale. I minori risultano in prevalenza nella provincia di Ancona ed a seguire in quelle di Pesaro Urbino, Fermo, Ascoli Piceno e Macerata. In base alla mappatura effettuata alla data indicata operavano nelle Marche 37 strutture ospitanti minori stranieri non accompagnati. La distribuzione e il collocamento, come specificato, conta in larga parte su progetti Sai (il “Sistema di accoglienza e integrazione” che ha sostituito il Siproimi) e su una procedura di rinvio da parte del Sistema centrale. Il rapporto si sofferma sulle diverse modalità d’intervento che riguardano la presa in carico istituzionale, la tutela volontaria, le prassi di ascolto, l’identificazione e l’accertamento dell’età, l’istruzione e la formazione, la questione sanitaria.

Da ultimo, il passaggio quanto mai delicato della transizione all’età adulta. “Nonostante le comunità marchigiane si siano attivate negli anni per realizzare solidi progetti di autonomia ed integrazione – si legge nel rapporto – accade spesso che i minorenni non abbiano il tempo necessario ad acquisire le capacità necessarie per poter essere autonomi sul territorio”.

L’integrazione, dunque, problema centrale, come non ultimo quello dei sostegni da fornire ai tutori volontari lungo il loro percorso. Partendo dallo studio effettuato per dare vita al rapporto, come annunciato da Costella, Defence for Children International Italia intende proporre un decalogo che faciliti le necessarie collaborazioni e la costruzione di un adeguato sistema di accoglienza. Ulteriori iniziative in questo senso anche da parte del Garante.

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