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Truffa: fermata l’associazione a delinquere che dall’Abruzzo si era estesa alle Marche

Arrestati dalla GdF i vertici del sodalizio criminale e sequestrati conti correnti, beni e immobili per quasi 100 milioni di euro

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Conferenza stampa della Gdf di Pescara

Sgominata, dalla Guardia di Finanza di Pescara, un’associazione per delinquere finalizzata a reati tributari, truffa ai danni dello Stato e di istituti di credito che dall’Abruzzo si era allargata alle Marche e nel resto d’Italia.

Con l’operazione “Banco-Matt”, è stato di fatto interamente “congelato” l’impero economico creato nell’arco di un decennio dall’imprenditore pescarese Mauro Mattucci, “dominus indiscusso” di un sodalizio criminale operante, in Abruzzo, Marche e diverse regioni italiane, nel settore dell’edilizia e del recupero di rottami ferrosi.

Le indagini eseguite dalle Fiamme Gialle di Pescara, delegate dalla locale Procura della Repubblica, hanno permesso di accertare come il responsabile, utilizzando una fitta rete di società, abbia – in spregio a qualsiasi regola fiscale, societaria e di mercato – violato quasi tutte le norme in materia penale-tributaria, realizzando truffe aggravate ai danni di istituti di credito e dell’Erario per un ammontare stimato in circa 100 milioni di euro.

L’imprenditore pescarese creava o acquistava società (un reticolo di oltre 100 società scoperto dalle Fiamme Gialle), poi, passato un po’ di tempo in cui rafforzava i rapporti finanziari, emetteva fatture false per azzerare il carico fiscale e quindi le svuotava di azioni e quote sociali, anche mediante cessioni di rami d’azienda a società da lui create o possedute, per vanificare il recupero dei crediti di banche e fisco. Dopo essere formalmente uscito dalla compagine societaria, distribuiva i proventi a se stesso e ai suoi complici sottoforma di consulenze o falsi contratti, al netto delle imposte, formalmente già tassate dalle società in via di smantellamento ma in realtà neutralizzate dalle false fatture emesse. Infine, rottamava le vecchie aziende ormai prive di valore trasferendole a un prestanome o all’estero.

Le complesse indagini della GdF, tramite intercettazioni telefoniche, perquisizioni, assunzione di testimonianze anche dagli aderenti al sodalizio criminale che hanno impegnato oltre 100 uomini in Abruzzo, Marche, Lombardia, Trentino Alto Adige, Sardegna, Umbria, Lazio, Campania e Puglia, ha permesso di riscostruire l’intero sistema di frode e di quantificare in oltre 500 milioni di euro le false fatture e in 100 milioni di euro il danno per le casse dello Stato.

Mauro Mattucci è finito quindi in carcere assieme a un suo complice, mentre altre dieci persone sono state raggiunte dagli arresti domiciliari. Disposto il sequestro delle disponibilità liquide (284 conti correnti, 57 depositi titoli e 3 cassette di sicurezza), dei beni mobili, di 107 immobili e delle quote societarie nella disponibilità degli indagati, fino all’ammontare complessivo di 97 milioni di euro.

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