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Marche, una donna su tre nel corso della vita ha subito violenza

Emilia Esposito presidente del Comitato Impresa Donna della Cna: “il 15,9 per cento delle violenze avviene tra le mura domestiche"

Violenza sulle donne

Violenza fisica, maltrattamenti, molestie sessuali, stupro o tentato stupro, stalking. Ogni anno sono più di 400 le donne marchigiane che si rivolgono ai Centri Antiviolenza, operativi in tutte le province delle Marche, denunciando episodi di violenze o maltrattamenti. Autori delle violenze e dei maltrattamenti sono prevalentemente uomini di età compresa tra i 34 e i 53 anni.

Complessivamente, secondo il Cid (Comitato Impresa Donna) della Cna, che ha elaborato i dati Istat, nel corso della loro vita il 33,2 per cento delle donne marchigiane (una su tre) ha subito violenza fisica o sessuale e quasi la metà (15,9 per cento) è stata vittima del partner o dell’ex partner. Di queste, il 10,8 per cento ha subito violenza negli ultimi cinque anni. In Italia ad aver subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale è il 31,5 per cento delle donne tra i 16 e i 70 anni.

La metà delle violenze e dei soprusi sulle donne” afferma Emilia Esposito presidente del Comitato Impresa Donna della Cna “avviene tra le mura domestiche in una situazione che spesso è di dipendenza economica e psicologica della donna nei confronti del proprio partner.

Il 25 novembre la “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, deve essere un’occasione per rendere consapevoli gli adolescenti che gli atteggiamenti di violenza, abuso e sopruso vanno respinti e rifiutati. Fondamentale è anche operare per garantire alle donne, oltre a un contesto sociale e culturale capace di isolare e punire i violenti, anche l’autonomia economica favorendo l’accesso al lavoro, l’incremento dell’ auto imprenditorialità e il diritto ad un sostegno economico e sociale quando l’occupazione non si concilia con le esigenze di cura dei figli o se è assente il contributo finanziario del padre.

Azioni di welfare sociale e sanitario reali, di prossimità, calibrato sulle esigenze più ampie di una donna che deve far coincidere tempi di vita e lavoro e della salvaguardia della salute, possono prevenire situazioni di disagio e lo scatenarsi dei violenze e soprusi. Infine bisogna porsi l’obiettivo della consapevolezza.

Spesso le donne non hanno la percezione di vivere in un ambiente non consono; non danno il giusto peso a ciò che subiscono e quando lo fanno la situazione è già troppo spesso irreparabile. Hanno bisogno degli strumenti di ascolto, condivisione e comunicazione nonché confronto che quanto viene loro inflitto non ha attitudine con l’amore, l’affetto e tutto quanto implica una relazione affettiva”.

Cna Marche
Pubblicato Giovedì 23 novembre, 2017 
alle ore 16:50
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