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Intervento del Partito Democratico sulla crescente povertà nelle Marche

"Un primato amaro che porta la firma della giunta Acquaroli"

Chantal Bomprezzi

Nelle Marche cresce un impoverimento delle famiglie silenzioso che non possiamo più ignorare. Lo dicono i numeri della Caritas: la nostra regione è in cima alla classifica nazionale per intensità del bisogno, con 13 famiglie su 1.000 costrette a rivolgersi ai loro sportelli, il dato più alto d’Italia. Nel 2024 oltre 16 mila persone hanno chiesto aiuto ai tanti centri Caritas attivi sul territorio. Non si tratta di poche sacche di disagio ma di un fenomeno che colpisce trasversalmente tutta la popolazione.

La Segretaria PD Marche Chantal Bomprezzi commenta con rammarico i dati di Caritas Italia: “In pochi anni la nostra regione è passata dall’essere un modello di stabilità e benessere a guidare le statistiche nazionali per crescita della povertà. Questa situazione emerge chiara parlando con le persone ed ora è anche confermato dai dati ISTAT e dal Rapporto Caritas 2025”.

La povertà relativa familiare ha raggiunto l’11% nel 2023, con l’aumento più alto d’Italia rispetto all’anno precedente (+3,1 punti). La povertà individuale è salita al 17,5% (+5,1 punti, il balzo più forte del Paese), mentre il rischio di povertà o esclusione sociale (AROPE) si attesta al 13,6% (2022 sul 2023, la variazione più alta tra tutte le regioni).

“Dietro i numeri ci sono persone e famiglie che vedono ridursi il proprio benessere – aggiunge la Segretaria. Le reti di volontariato fanno il possibile, ma si trovano a colmare vuoti lasciati dalle istituzioni, incapaci di intercettare i nuovi bisogni”.

Tra le cause concomitanti di questi tristi primati, i Dem individuano un’economia regionale che perde costantemente terreno: “Secondo la Banca d’Italia, nel 2023 il PIL marchigiano è cresciuto dello 0,6% contro lo 0,9% nazionale, e nel 2024 si prevede solo +0,4% a fronte del +0,7% del Paese. L’industria ha registrato un calo del 2,6%, con un crollo drammatico del 13,6% nel settore calzaturiero. Sempre più lavoratori sono costretti ad accettare impieghi precari e mal pagati, e la fascia dei cosiddetti working poor (lavoratori poveri) è al 21,5% ed è in crescita”.

Bomprezzi sottolinea quindi i mancati interventi della destra al governo: “Questa deriva non è inevitabile, ma il frutto di scelte politiche sbagliate. In cinque anni la giunta Acquaroli non ha elaborato una strategia contro la povertà, ha lasciato fermi fondi destinati al sociale e non ha investito nei servizi essenziali”.

Quindi le proposte della coalizione guidata da Matteo Ricci: “La nostra priorità è restituire dignità e sicurezza ai marchigiani. Proponiamo un nuovo Piano regionale contro la povertà che rafforzi i servizi sociali territoriali, rimetta al centro i Comuni e garantisca i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali. Nessuno deve restare indietro, servono più risorse per i servizi educativi, sostegni alle famiglie con minori, agli anziani non autosufficienti e a chi vive la disabilità”.

“Accanto al welfare – continua la Segretaria – c’è la sfida del lavoro. Matteo Ricci ha fatto una proposta chiara: basta stipendi da fame pagati con soldi pubblici. Introdurremo il salario minimo regionale di 9 euro l’ora negli appalti, con pieno rispetto dei contratti, controlli seri ed esclusione di chi sfrutta. Perché sotto i 9 euro non è lavoro, è sfruttamento”.

La Segretaria PD conclude: “Le Marche, un tempo esempio di stabilità e coesione, oggi sono tra le regioni dove le disuguaglianze crescono più in fretta. Non è destino, ma conseguenza di anni di politiche sbagliate. È urgente cambiare strada; ricostruire un welfare che protegga i più fragili, un lavoro che garantisca diritti e dignità, servizi e sanità davvero accessibili. Solo così le Marche potranno tornare ad essere una terra di opportunità e benessere diffuso, non il simbolo del declino sociale che pesa su famiglie e territori”.

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