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Tagli alla scuola, si mobilita la Rete degli Studenti Medi delle Marche

Una lettera a tutti i dirigenti scolastici della regione e l'appello a scendere in piazza il 15 novembre ad Ancona

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scuola, formazione, orientamento, studenti, alunni

Come Rete degli Studenti Medi delle Marche, a seguito dei vergognosi tagli all’istruzione previsti dal piano di bilancio governativo per il 2025, abbiamo deciso di inviare una lettera a tutti i/le presidi della regione Marche.

Il nostro è un appello a mobilitarsi al fianco della comunità studentesca in occasione della Giornata internazionale dello Studente, per la quale venerdì 15 novembre 2024 ci sarà una manifestazione indetta da noi e dal Gulliver – Unione degli Universitari ad Ancona (Piazza Roma | ore 15:30).

41 milioni di euro tolti alla scuola sono 41 milioni tolti al futuro del Paese.

Ancora una volta, il Governo rende più precaria la vita dell’istruzione pubblica e per questo riteniamo fondamentale che tutti coloro che vivono il mondo scolastico scendano in piazza per esprimere il proprio dissenso in merito.

 

Alla cortese attenzione del/la sig./sig.ra preside dell’istituto

Egregio/a dirigente scolastico/a,

La contattiamo come Rete degli Studenti Medi delle Marche, il più grande sindacato studentesco della regione.
Da quindici anni ci battiamo per garantire e tutelare il diritto allo studio di chiunque, trattando temi quali caro studio, edilizia scolastica, benessere psicologico, ma anche questioni d’attualità e di cittadinanza attiva.

A tal proposito, non possiamo rimanere indifferenti dinanzi a quanto sta verificandosi negli ultimi tempi. Ancora una volta, il mondo della scuola, della ricerca, della cultura è sotto attacco da parte di chi, paradossalmente, dovrebbe impegnarsi attivamente nella sua salvaguardia.

La nuova legge di bilancio per il 2025 prevede, infatti, un taglio di 41 milioni di euro per la scuola. Ciò comporta, consequenzialmente, una notevole riduzione dell’organico scolastico, che si vedrà privato di 5660 docenti e 2274 collaboratori scolastici.
Non si accenna però ad investimenti in edilizia, per la salute mentale o per ridurre le esorbitanti spese di testi scolastici, abbonamenti ai mezzi, materiali didattici dai costi estremamente proibitivi.

Neppure i nostri colleghi universitari avranno vita facile; stando al Fondo di finanziamento ordinario, verranno tolti 173 milioni di euro agli atenei italiani. Non si registrava un taglio così corposo dal 2013.
La situazione è evidente: neanche un euro sarà destinato al diritto allo studio.

Ciò non ci stupisce, memori degli ultimi due anni di mandato dell’attuale Governo, il cui operato nei confronti della scuola ha sempre lasciato ampiamente a desiderare.

A partire dalla opinabile ridenominazione dell’allora “Ministero dell’Istruzione” in “Ministero dell’Istruzione e del Merito”, che ha esplicitato la volontà di alimentare una cultura basata sulla performatività e sull’individualismo, gli studenti sono stati abituati ad un’idea malata di competizione, in cui se non si hanno gli strumenti per stare al passo con gli altri, è legittimo che si venga lasciati indietro.

Questi tagli così ingenti sono solo l’ennesima manovra che ci dimostra lo scarso interesse di questo esecutivo verso il mondo della scuola e dell’università, che invece dovrebbero essere ritenute il motore del progresso collettivo del Paese.

Le scuole si troveranno a dover ridurre ulteriormente i propri servizi, non potendo fornire una qualità della didattica adeguata.
Per di più, senza i mezzi per poterle acquistare, gli istituti come potranno permettersi le tecnologie didattiche, o le strumentazioni necessarie ad attività di laboratorio?

Non meno problematico è il fenomeno del dimensionamento scolastico, cui consegue l’accorpamento di più plessi, il taglio di personale e di segreteria, la centralizzazione dell’amministrazione di scuole che spesso non hanno nulla in comune tra loro (rendendo difficoltosa ed ingestibile l’organizzazione amministrativa delle suddette).
Il dimensionamento attacca direttamente anche la rappresentanza studentesca. Gli studenti delle scuole accorpate non hanno modo di incidere realmente nelle decisioni, venendo meno la loro possibilità di esprimere componenti in Consiglio di Istituto.

Questa, come molte altre, è una proposta che colpisce nello specifico sia le regioni del sud Italia, che le zone interne, danneggiando irrimediabilmente anche le Marche (le cui aree interne rappresentano una parte significativa del territorio e della popolazione).

La nostra regione di questo passo subirà penalizzazioni sempre più significative per il mondo dell’istruzione, che ad oggi si mostra carente di suo, come si evince dai dati sulla dispersione scolastica e sulla scelta degli studenti marchigiani di interrompere i propri studi o di proseguirli fuori regione al termine della scuola secondaria di secondo grado.

Questo è l’ennesimo tentativo di svilire l’istituzione scolastica, colpendo in primis i piccoli istituti, e non lo riteniamo accettabile.

L’insufficienza dei fondi stanziati dal Governo, inoltre, rende ancora più gravoso il peso economico che le famiglie degli studenti devono sostenere annualmente, rendendo elitaria un’istruzione che dovrebbe essere pubblica e, quindi, accessibile a tutti.
Pretendiamo una scuola che sia realmente “aperta a tutti” e in cui “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, abbiano veramente il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.

Per questi motivi, non possiamo rimanere indifferenti. Restare a guardare significa voltarsi dall’altra parte, essere complici dello sfacelo dell’istituzione scolastica e del diritto allo studio, che l’Art. 34 della nostra Costituzione garantisce.

Contro questi tagli vergognosi, come comunità studentesca abbiamo il dovere di mobilitarci e di far sentire la nostra voce.
Il mondo della scuola, dal canto suo, ha il compito di sensibilizzare, informare ed invitare a prendere parte ad un momento simbolico tanto importante.

Dobbiamo ricordarci del ruolo fondamentale della cultura, che educa, che crea menti critiche, capaci di coesistere con le altre e di avere voce in capitolo quando i propri diritti non sono tutelati. Siamo profondamente convinti che non vi sia lezione di cittadinanza attiva più concreta di questa.

La invitiamo, dunque, a prendere parte alla mobilitazione regionale che avrà luogo venerdì 15 novembre -in occasione della Giornata Internazionale dello Studente- alle ore 15:30 presso Piazza Roma (Ancona) e ad estendere l’invito a tutta la comunità scolastica.

Al di là degli ideali politici, occorre aprire gli occhi e prendere atto della gravità di quanto sta accadendo.
La scuola è la casa di tutte e di tutti coloro che la frequentano e la vivono quotidianamente. Alziamo la testa, mostriamo il nostro dissenso democraticamente.

Nel ringraziarLa della Sua gentilissima disponibilità, speriamo di vederLa al nostro fianco venerdì 15 novembre p.v.

Rete degli Studenti Medi delle Marche

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