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Dalla Goletta Verde l’SOS Coste nelle Marche: focus su bonifica ex-FIM e Montedison

Legambiente: “Basta giochi di potere. Creare equilibrio tra ambiente, salute e lavoro per aprire prospettiva di sviluppo”

La Goletta Verde di Legambiente nelle Marche

L’ex Fim di Porto Sant’Elpidio, nel basso bacino del Chienti e la Montedison di Falconara Marittima, prima di essere un problema è un’ occasione per cambiare, nel segno della qualità e di idee nuove, la città ed il territorio.

Occorre ripartire dalla bellezza e dalla tutela della costa (già fortemente cementificata e a rischio dissesto idrogeologico) evitando che l’ex fabbrica diventi l’emblema della speculazione immobiliare. Bonificare e riqualificare il sito, trasformandolo in un “racconto” della città, sono le uniche azioni da compiere al più presto.

È quanto chiede Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente a tutela dei mari e delle coste italiane, che in questi giorni sta facendo tappa nelle Marche.

“La Fim ex fabbrica dismessa di concimi minerali appare oggi come un luogo enigmatico, una ventennale saga, durante la quale si sono susseguiti e sovrapposti con contradditoria ed inquietante continuità, indagini sull’inquinamento, consulenze, progetti di bonifica, progetti di urbanizzazione, demolizioni – sottolinea il circolo Legambiente di Porto Sant’ElpidioUn luogo simbolo dell’assenza di un pensiero qualificato in grado di restituire alla città la sua parte più importante. La bonifica, iniziata nel 1995, poi ferma per parecchi anni, poi riiniziata sei anni fa, non finisce mai ed attualmente è ferma da circa tre anni.

L’ultimo progetto urbanistico insieme al richiesto aumento delle volumetrie fanno della Fim anzitutto un’occasione di speculazione finanziaria piuttosto che un’occasione per il recupero e riequilibrio della città e del suo territorio. Legambiente è ancora qui a sollecitare la definitiva integrazione del progetto di bonifica, la fine dei lavori e la relativa certificazione. Vorremmo che la città finisse di pagare e che la Fim non diventasse una garanzia finanziaria”.

L’imbarcazione ambientalista ha lanciato pochi giorni fa, al suo arrivo nelle acque regionali, un vero “Sos Coste”: consumo di suolo, rischio idrogeologico, depurazione, stato di salute dei fiumi e bonifiche. Cinque sfide da affrontare con urgenza per quella che appare come una vera emergenza ambientale per le Marche.

“Le bonifiche sono un tema che nelle Marche è spesso sottovalutato o affrontato con troppa leggerezza – dichiara Luigino Quarchioni, presidente Legambiente MarcheNei territori coinvolti, dove la bonifica non è stata fatta o è parzialmente realizzata, l’inquinamento ha gravato in tutti questi anni sulla salute della costa e sulle acque marine. Non c’è più tempo, occorre accelerare il processo di risanamento ambientale, risolvendo anche il problema delle risorse, ma anche il mondo industriale deve fare la sua parte mettendo in campo azioni concrete, bonificando in tempi non geologici i suoli e le falde inquinate, con adeguate risorse economiche ed umane, per risanare le gravi distorsioni di uno sviluppo corsaro e distruttivo, che ha reso inutilizzabili intere aree del Paese, creando piuttosto quell’auspicabile equilibrio tra ambiente, salute e lavoro che può aprire un prospettiva concreta di sviluppo”.

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