Inceneritore e nuovo piano rifiuti (PRGR) Marche: Mangialardi ribadisce sue contrarietà
"Termovalorizzazione scelta sbagliata. Servono porta a porta, tariffazione puntuale, impianti dell'economia circolare"

In questi ultimi giorni al centro del dibattito pubblico c’è giustamente il tema inceneritore, collegato alla questione più ampia dell’aggiornamento del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti (PRGR).
Sarà bene, dunque, tornare ancora una volta sulla questione, articolando ulteriormente la mia posizione, d’altronde già espressa più volte nel corso degli anni.
La mia contrarietà non riguarda solo ed esclusivamente l’inceneritore in sé, ma anche e soprattutto il modello di gestione dei rifiuti che la destra vorrebbe adottare.
La termovalorizzazione, infatti, non è solo una scelta sbagliata per i rischi sanitari che comporta, per la massiccia produzione di CO2 che genera e che determina la non convenienza economica a partire dal 2028 con l’introduzione della nuova tassa UE (+60 euro a tonnellata di CO2), ma è anche e soprattutto un errore in quanto significa implicitamente abbandonare la strategia di riduzione, di raccolta capillare e di riciclo dei rifiuti, per andare invece verso un modello che, al contrario, incentiva una smodata produzione di indifferenziata per alimentare il costruendo inceneritore al fine di raggiungere la quota di 370.000 tonnellate che rappresenta l’ottimo per il suo funzionamento.
Come ha giustamente sostenuto Legambiente Marche, partire dall’inceneritore significa “costruire una casa partendo dal tetto anziché dalle fondamenta”. Ritengo invece che prima si debba lavorare per prevenire, ridurre e riciclare i rifiuti, per occuparsi poi del residuo (che dovrebbe essere il minore possibile) e della chiusura del ciclo.
Il paradosso è che la Giunta Acquaroli e la maggioranza di destra che oggi si dichiara favorevole all’inceneritore, visto addirittura come una “opportunità” (!), è formata dagli stessi soggetti che in questi 4 anni hanno detto NO a qualsiasi impianto dell’economia circolare (penso per esempio ai biodigestori). Sfido chiunque a dire che un biodigestore come quello di Ostra è più impattante di un inceneritore!
Qui sta la vera contraddizione di una destra pronta a lisciare il pelo ai comitati quando fa comodo; e che poi, proprio per lo stallo sull’impiantistica da essa stessa causata, dichiara di voler costruire un inceneritore ma non si esprime sull’ubicazione, perché dire dove va fatto toglierebbe consenso! Una politica, dunque, miope, non credibile, incoerente, senza visione: fino alle elezioni regionali 2025, Aguzzi e Acquaroli si limitano a dire che un inceneritore si farà, poi nel 2026 ci faranno sapere dove. Credono di essere furbi, e invece appaiono solo come opportunisti.
Serve invece un nuovo PRGR che indichi come priorità la diffusione capillare della raccolta porta a porta uniformemente in tutta la Regione, tariffazione puntuale (che verrà adottata nella Provincia di Ancona con il gestore unico), realizzazione degli impianti dell’economia circolare con individuazione delle aree idonee, in modo tale che non rimangano solo su carta (come presumibilmente avverrà per il progetto di inceneritore), ma che vengano effettivamente realizzati proprio per evitare di dover ricorrere alla termovalorizzazione.
Le Marche hanno la fortuna di avere una percentuale di raccolta differenziata molto alta, una popolazione e una produzione di rifiuti limitata rispetto alle altre Regioni: sfruttiamo piuttosto questi buoni fondamentali per andare nella direzione indicata anche recentemente dall’Umbria, che ha detto un NO in modo chiaro e netto nelle scorse elezioni regionali a qualsiasi ipotesi di termovalorizzatore preferendo un modello di gestione dei rifiuti sostenibile, da sempre sostenuto dal PD Umbria e in questi mesi elaborato dalla Presidente Proietti e dall’assessore regionale De Luca.
Maurizio Mangialardi
Consigliere regionale PD Marche
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