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“Regione Marche: il fascismo del secolo ventuno”

Assessori della Giunta Acquaroli e consiglieri di maggioranza si scagliano contro l'applicazione dell'aborto farmacologico

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Manifestazione per la legge sull'aborto

Il consiglio regionale Marche, nella maggioranza che sostiene Acquaroli, comincia a mostrare la sua vera faccia. Assessori e consiglieri si scagliano contro l’applicazione della legge 194 e dell’aborto farmacologico con la pillola ru 486 usando temi e termini rispolverati dal ventennio fascista: identità nazionale, sostituzione etnica, il valore della famiglia tradizionale etc.

Sono contro l’applicazione dell’aborto farmacologico, perchè restituisce più libertà alle donne, riduce il potere dell’autorità maschile e medica sul corpo delle donne: non sono necessari anestesia e intervento, né è possibile andare incontro a danni come emorragie o lacerazioni al collo dell’utero. Non esiste nessun dato scientifico che giustifichi il ricovero per Ivg farmacologica e tutte le linee guida internazionali la consentono in sicurezza fino alla nona settimana.

Basta con i proclami della tutela del feto, perchè l’unico dato scientifico a disposizione indica che non c’è capacità di sopravvivenza al di fuori del grembo materno, non prima della ventesima settimana.

Nelle esternazioni, sta la modifica del piano socio sanitario nelle parti riguardanti, legge 194,/RU486, consultori e centri anti violenza. Nei consultori privatizzati entreranno la documentazione e la presenza dei comitati PRO-LIFE a tutela del feto e contro la libera scelta delle donne. La loro retorica sui valori e sulla vita umana, gli attacchi al diritto all’aborto e le scuse per la famiglia compiuti da questi maestri del patriarcato sono legati all’organizzazione generale di una società fatta di violenza e oppressione contro le donne.

E’ la dimostrazione dell’intendimento di subordinare le donne al lavoro premuroso all’interno della famiglia e la maternità come destino. Richiamare l’identità nazionale significa fare guerra ai migranti, espellendoli dal diritto di essere cittadini e ricacciarli ai margini della società. Soprattutto oggi, in una Europa dove razzismo e fascismo sono in marcia, con il cedimento alla retorica e alla violenza populista contro l’immigrazione.

La possibilità di scegliere e di gestire il proprio corpo è una conquista delle donne che è arrivata dopo anni di battaglie, di sofferenze, di troppe donne morte per aborto clandestino. Intolleranza razziale e sessismo sono interconnessi e sovrapposti e dobbiamo contrastarli simultaneamente, perchè, oggi esse mostrano la matrice fascista del ventunesimo secolo.
Non staremo ad assistere, ma scenderemo in piazza, c’è la necessità di costruire alleanze e convergenze per una lunga resistenza.

Da Partito della Rifondazione Comunista

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