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Cisl sempre più preoccupata per la sicurezza negli uffici postali

Coronavirus: lettera al Prefetto di Pesaro

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Palazzo Poste Pesaro
Aumentano le occupazioni per il lavoratori di Poste Italiane, il Segretario Generale della Slp Cisl, il sindacato di categoria, Dario Dominici, scrive al Prefetto di Pesaro.

Pubblichiamo integralmente  la lettera inviata al Prefetto di Pesaro.
“Egregio Sig. Prefetto,
le norme introdotte a salvaguardia della tutela della cittadinanza chiedono a ciascuno di noi sacrifici, sicuramente sopportabili,  e  la modifica  di qualche abitudine allo  scopo  di fronteggiare la attuale emergenza sanitaria derivante dalla diffusione del coronavirus.
Le stesse norme includono Poste  Italiane fra le aziende fornitrici di servizi pubblici essenziali.   Può ben comprendere come i colleghi si trovino ad assicurare tali servizi alla collettività, in balia   di sentimenti contrastanti fra il bisogno di crescente precauzione e lo spirito di servizio.
In qualità di responsabile di categoria, ricevo quotidianamente domande da parte dei colleghi rispetto a quale sia il giusto equilibrio fra l’esigenza di garantire servizi essenziali e l’invito ad evitare spostamenti non necessari.
Questi  interrogativi  nascono  dalla  affluenza  ancora  esagerata  della  clientela  agli  sportelli.     
I colleghi e le colleghe si domandano come mai se i servizi pubblici essenziali sono “l’accettazione delle raccomandate e delle assicurate – il pagamento dei ratei di pensione in calendario – l’accettazione e trasmissione dei telegrammi e telefax – il servizio di accettazione, smistamento e recapito delle cartoline precetto all’insorgere dell’emergenza”, a cui sicuramente, al momento, dobbiamo aggiungere “quelle operazioni utili ad evitare che le famiglie si trovino senza la disponibilità di liquidità”, nonostante la larga diffusione della moneta elettronica; è normale e responsabile raggiungere l’ufficio postale per chiedere operazioni che non hanno alcuna caratteristica tale da assimilarle a esigenze essenziali?
Acquistare francobolli, spedire corrispondenza ordinaria, sostituire una carta ritenuta scheggiata benché funzionante, versamenti di importi di somme non rilevanti sul proprio rapporto, versamenti su conti correnti per motivazioni che non hanno una scadenza indifferibile, sono – tanto per fare qualche esempio – operazioni da considerare non rinviabili, ovvero situazioni di necessità?
Ci domandiamo se sia possibile magari in seno al “Comitato per la sicurezza e la incolumità pubblica”, presieduto dalla SV, coinvolgere le forze dell’ordine alla sensibilizzazione delle persone che continuano a fare lunghe code fuori degli uffici postali. Mai vorremmo che l’attività esplicata dai colleghi negli uffici possa essere presa come pretesto, motivazione utile e sufficiente a giustificare spostamenti poco opportuni, non autorizzati ci viene da pensare, che aumentano la esposizione degli stessi colleghi oltre che dei cittadini poco prudenti a possibile contagio.
Certi della sensibilità della SV la ringraziamo per la attenzione concessaci e confidiamo in un suo autorevole intervento”. 
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