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Marche, frena la caduta delle imprese ma da gennaio a marzo il bilancio è ancora pesante

Di Battista: “Nel nostro sistema produttivo vi sono segnali di ripresa anche se alcuni settori mostrano ancora un certo affanno"

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lavoro, occupazione, edilizia

In calo le imprese che cessano l’attività ma sono sempre meno anche quelle che nascono. Il risultato è un sistema produttivo che nei primi tre mesi del 2015 perde 1.394 aziende mentre nello stesso periodo dell’anno precedente il calo era stato di 1.628 imprese. Magra consolazione per le Marche, che stentano ancora a lasciarsi alle spalle questa lunga crisi.

Tra gennaio e marzo, secondo i dati Infocamere, presentati dal presidente di Unioncamere Marche Graziano Di Battista, le imprese marchigiane che hanno cessato l’attività sono state 4.397 mentre le nuove aziende sono state 3.003, con un saldo negativo di 1.394 imprese. Nello stesso periodo dell’anno scorso le cessazioni erano state 4.887 e le iscrizioni 3.259, con un saldo negativo di 1.628 imprese.

In un contesto di difficoltà, è rimasto praticamente stabile il numero delle cooperative in attività nella nostra regione (da 2.594 a 2.592) mentre un segnale incoraggiante è dato dalle 14 start up innovative che sono state costituite nel primo trimestre dell’anno, in crescita rispetto alle 8 start up nate nello stesso periodo del 2014. Altro segnale incoraggiante viene dalla diminuzione delle imprese fallite: tra gennaio e marzo sono state 108 mentre nel primo trimestre del 2014 erano state 148 (-40 pari al 26,5 per cento). Nessuna regione ha fatto meglio delle Marche e solo Toscana (-18,1) e Piemonte (-13,8) si avvicinano al dato marchigiano, mentre a livello nazionale i fallimenti calano di appena lo 0,5 per cento.

I numeri” spiega Di Battista “sembrano pesanti anche se il bilancio è meno negativo di un anno fa. Bisogna anche tener conto del fatto che sono proprio i primi giorni dell’anno quelli dove si concentra gran parte delle imprese che decidono di cessare l’attività. Da sempre i dati del primo trimestre sono negativi e il 2015 non poteva fare eccezione. Ora bisogna vedere se nei prossimi nove mesi si riuscirà a recuperare in modo da riportare in attivo il numero delle imprese marchigiane. Nel nostro sistema produttivo vi sono segnali di ripresa, come la riduzione dei fallimenti, e si coglie un certo ritorno della fiducia imprenditoriale anche se alcuni settori mostrano ancora un certo affanno. In particolare l’artigianato che perde 618 imprese, soprattutto nell’edilizia e nel manifatturiero”.

Secondo il Centro Studi Unioncamere Marche, che ha elaborato i dati Movimprese per i principali settori produttivi marchigiani, prosegue la costante riduzione delle imprese agricole (-497) che scendono per la prima volta sotto quota 29 mila, attestandosi a 28.530. Male anche il commercio (-377) e le costruzioni (-373). L’industria manifatturiera marchigiana perde complessivamente 163 aziende, di cui 61 nel calzaturiero, 22 nel mobile e 18 nella metallurgia.

Negativi anche i saldi dell’alloggio e ristorazione (-73), dei trasporti (-37), delle attività artistiche (-37) e di quelle finanziarie e assicurative (-27). In aumento le imprese dei servizi alle imprese (+64), le attività immobiliari (+36) e quelle impegnate nei servizi sanitari e sociali (+14) mentre gli altri servizi alla persona perdono 58 aziende. Pesante il bilancio dell’artigianato che registra la scomparsa di 1.394 imprese a fronte di 938 iscrizioni , con un saldo negativo di 618 aziende. Alla fine di marzo le imprese artigiane erano 47.683 su un totale di 172.711 imprese iscritte ai registri delle Camere di commercio marchigiane.

Il sistema produttivo marchigiano cambia anche nella ragione sociale: continuano a diminuire le imprese individuali (-1.363) che sono ormai scese stabilmente sotto la soglia delle 100 mila unità, fermandosi a 98.229. In calo anche le società di persone (-266) mentre prosegue la crescita delle società di capitale (+250) che sono arrivate a 37.120. Andando sul territorio, il saldo è negativo in tutte le province. A cominciare da Macerata (-440), seguita da Ancona (-299), Pesaro Urbino (-251), Fermo (-249) e Ascoli Piceno (-155).

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