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Mangialardi: “Informazione chiara e corretta per un Sì convinto alla riforma Costituzionale”

La dichiarazione del presidente Anci Marche a sostegno del Sì al referendum di ottobre 2016

Maurizio Mangialardi

“Io credo che il nostro primo dovere verso i cittadini sia una informazione chiara e corretta sui contenuti e gli obiettivi della Riforma Costituzionale che porti tutti ad un Sì convinto, necessario per il Paese.

Anzitutto, va detto con forza che la prima parte della Costituzione non è toccata dalla Riforma, cioè i principi fondamentali, i diritti e i doveri dei cittadini, i valori proclamati dai Padri costituenti che stanno alla base della nostra convivenza civile non sono toccati, anzi nella Riforma trovano condizioni più complete, moderne ed efficaci per essere applicati e vissuti.

La riforma, infatti, concerne la seconda parte, quella che riguarda l’ordinamento della Repubblica, il suo funzionamento: essa ha come obiettivo di superare l’inadeguatezza delle nostre istituzioni di fronte alle nuove esigenze di organizzazione e di gestione di una società complessa e profondamente mutata rispetto a quella di 70 anni fa: l’avevano intuito così bene i Padri Costituenti da scrivere quell’art. 138 che permette di adeguarla nel tempo, conservandone, dico io, la intangibilità della prima parte, ma adeguandone la seconda per renderla efficace e adeguata alle mutate condizioni del paese.

Negli ultimi trent’anni tutte le parti politiche hanno tentato di cambiare la seconda parte della Costituzione per rendere il nostro sistema istituzionale più moderno ed efficace per i cittadini e costruire uno Stato più efficiente, meno burocratico, ridurre i costi e i privilegi della politica, restituire credibilità alle istituzioni: condizioni fondamentali, queste, per rispondere ai problemi della gente e difendere la nostra democrazia. Continuare, oggi, ad evocare la necessità di cambiare, come fanno molti da destra a sinistra, senza mai accettare il cambiamento, anzi contrastandolo, difendendo sempre l’esistente, non aiuta l’Italia e neppure la nostra democrazia. Dire No a questa riforma significa lasciare le cose come stanno, perdere una occasione straordinaria per cambiare davvero e in meglio il nostro Paese, per riscrivere il patto tra cittadini e istituzioni.

È un “salto di qualità” per il sistema politico italiano, al quale si dà la possibilità dopo decenni di superare procedure legislative lente, macchinose e costose. Basta solo pensare a qualche passaggio della Riforma. Il più significativo è certamente la riforma del Senato, con il superamento del bicameralismo paritario: esso diventa un organo rappresentativo delle autonomie regionali, la sua funzione principale sarà quella di esercitare un efficace e non conflittuale raccordo tra lo Stato, le Regioni e i Comuni. Infatti, al suo interno ci saranno i presidenti delle Regioni, i sindaci dei capoluoghi di Regione e delle Province autonome, due consiglieri regionali e due sindaci per ogni regione; vengono così riscritti i rapporti fra Stato e Regioni, portando dentro il nuovo Senato le esigenze dei territori, dei cittadini, delle imprese, valorizzando e responsabilizzando maggiormente il ruolo delle Regioni stesse. Tutta la riforma è connotata dalla semplificazione e trasparenza dei procedimenti legislativi, garantendo rapidità ed efficacia nelle risposte ai tanti problemi della comunità nazionale; dal taglio dei costi, quelli diretti, con la riduzione del numero dei parlamentari (il nuovo Senato appunto) e la chiusura del CNEL, e soprattutto quelli indiretti. Ma i contenuti innovativi della Riforma – ne ho ricordati solo alcuni – sono molteplici e necessitano di conoscenza e approfondimento per coglierne tutta la forza di trasformazione che contengono.

Conosco la realtà dei comuni marchigiani, dove si stanno moltiplicando i comitati per il Sì: questi devono impegnarsi verso i cittadini per spiegare i contenuti del Sì; contenuti, ne sono sicuro, che convinceranno la stragrande maggioranza. Promuovere i comitati del Sì, per informare, spiegare e confrontarsi sulla riforma sarà il nostro impegno nei prossimi mesi. Sì, convinto e motivato, vuole essere di grande sostegno e coordinamento anche dei tanti amministratori, per una forte spinta all’impegno dei Comitati del Sì che stanno nascendo sul territorio”.

Maurizio Mangialardi – Presidente ANCI Marche

Commenti
Solo un commento
bobothedog 2016-06-13 14:24:21
Non capisco come si riesca a dire il falso con tanta "nonchalance". I principi fondamentali non vengono toccati ma vengono compromessi i poteri di governo e di tutela/contrappesi al potere esecutivo. Il senato non viene abolito, viene rimpiazzato da un'altro senato di nominati. La legge elettorale, in accoppiata a questa riforma costituzionale, sono un vera bomba che mina la basi della rappresentanza dei cittadini. È una pessima riforma, scritta malissimo e approvata da un parlamento che per quanto giuridicamente lecito è politicamente abusivo. Espressione di una legge elettorale giudicata incostituzionale dalla stessa corte costituzionale. I deputati resteranno invariati, il senato non viene abolito ma rimpiazzato da un senato fatto di amministratori locali dove ancora non è dato sapersi come verranno nominati e quale sarà questo risparmio "enorme" visto che tutti i nuovi senatori che andranno a Roma non lo faranno a loro spese quindi saranno rimborsati per l'attività svolta. Di fatto avremo nuovo senato "estremamente indebolito" e la nuova camera eletta con l’ Italicum "a forte effetto maggioritario". Questi due fattori possono portare gli altri organi di garanzia (per es. il presidente della Repubblica e il Csm) nella sfera di influenza dominante del governo. Se questo non è un'accentramento di potere dell'esecutivo senza dovuti contrappesi cos'è? Un colpo di Stato soft?
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