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Coldiretti Marche, la filiera corta nel patto per rilanciare le aree terremotate

Maria Letizia Gardoni: "Vogliamo contare sulla concretezza di risorse da poter investire"

Maria Letizia Gardoni

La carne, i salumi, i formaggi, il latte. Tutti prodotti di eccellenza della filiera zootecnica necessariamente da promuovere e valorizzare per il rilancio delle aree interne colpite dal sisma.

Per questo arriva il progetto Nato-Allevato in Italia, uno dei punti principali del Patto per la Ricostruzione presentato nei giorni scorsi dalla Regione Marche e sottoscritto da Coldiretti Marche. Per il settore zootecnico sono previsti interventi di promozione e valorizzazione della filiera corta e sostenibile, dal pascolo alla tavola, a qualità garantita per gli stessi consumatori.

Il Patto prevede anche una serie di azioni, vie di sviluppo e finanziamenti certi per trasformare il sisma da problema a occasione di rilancio delle aree interne ferite dal terremoto. Punto particolarmente caro a Coldiretti Marche che ne ha chiesto l’inserimento all’interno degli intenti, elaborati dalle quattro università marchigiane e dall’Istao, e per i quali sono previsti investimenti, tra fondi europei, finanziamenti statali e privati ma anche sms solidali, per circa 2 miliardi di euro.

“Oltre agli impegni – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – vogliamo contare anche sulla concretezza di risorse da poter investire. Ci siamo orientati sul rilancio ma senza snaturare la vocazione del territorio che proprio nell’ambiente, nel lavoro delle aziende agricole di qualità da coniugare con l’enogastronomia, il turismo e la cultura può trovare il suo futuro. Un rilancio necessario per dare opportunità e frenare lo spopolamento.

Il sostegno alla filiera zootecnica può mantenere e rilanciare l’economia delle aree rurali andando a valorizzare il Made in Italy agroalimentare sempre più ricercato come sinonimo di qualità, di alimentazione salutare, di rispetto dell’ambiente e dell’etica produttiva. Gli esempi, nelle Marche, non mancavano davvero vista la grande ricchezza della biodiversità che annovera, riconosciute anche dai Sigilli di Campagna Amica, specie come la Vacca Marchigiana, la Pecora Fabrianese e la Pecora Sopravissana.

Ma ci sono anche altri progetti del Patto che coinvolgono direttamente e indirettamente il mondo agricolo. Come le iniziative per mettere in contatto i borghi attraverso mobilità sostenibile, cultura ma, soprattutto la redditività delle aziende con percorsi di valorizzazione delle filiere, non solo agroalimentari ma anche del legno.

Il Patto prevede investimenti anche sulla competitività e innovazione nei sistemi produttivi agricoli, lo sviluppo del turismo culturale e interventi sulla rete viaria minore. Coldiretti Marche ha firmato il Patto insieme alle altre associazioni del settore economico e produttivo, ai sindacati, alle università e alla Conferenza episcopale marchigiana. Una condivisione voluta per poter finalmente ripartire, a due anni dalle scosse, verso una ricostruzione non più rimandabile.

Da Coldiretti Marche

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