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Terremoto, le imprese edili intervenute nella fase d’emergenza devono ancora essere pagate

"Vogliono partecipare alla ricostruzione purché vengano garantiti tempi certi di pagamento"

Terremoto nel Maceratese

Sono intervenute nelle ore e nei giorni immediatamente successivi al sisma per rimuovere le situazioni di rischio, per porre in sicurezza le aree terremotate, per puntellare le abitazioni pericolanti ed evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o a cose.

E’ passato un anno ma le imprese edili che hanno provveduto a garantire tutto questo nella fase dell’emergenza, attendono ancora di essere liquidate dai Comuni per le loro prestazioni . O meglio, la Regione ha liquidato ai Comuni il 70 per cento delle somme certificate dai Comuni per la messa in sicurezza di immobili pubblici e di abitazioni private pericolanti che ricadevano su strade comunali. All’appello manca ancora il 30 per cento. Inoltre alcuni Comuni, pur avendo ricevuto l’anticipo non hanno ancora provveduto a pagare le imprese.

Non solo” afferma Marco Bilei, responsabile Cna Costruzioni Marche, “chiediamo alla Protezione civile e alla Regione di mettere a disposizione dei Comuni il rimanente 30 per cento dei 37,7 milioni di euro riconosciuti ai Comuni e dovuti alle imprese edili marchigiane ma invitiamo le amministrazioni comunali ad anticipare queste somme alle imprese, in attesa di riceverle dalla Regione. Questo perché le imprese non sono riuscite nemmeno a coprire i costi vivi dei lavori svolti un anno fa e sono in gravi difficoltà finanziarie. Le imprese locali” precisa Bilei “vogliono partecipare alla ricostruzione purché vengano garantiti tempi certi di pagamento.In diversi casi, c’è invece il paradosso che con il mancato pagamento non possono avere il Durc positivo e non possono neanche più prendere nuovi lavori, lasciando spazio a ditte extra extraregionali che, per diversi motivi, dispongono della liquidità necessaria ad aspettare i tempi lunghi della burocrazia per essere liquidate”.

Attualmente la Regione Marche ha riconosciuto a 124 Comuni più l’Unione Montana Monti Azzurri e le Province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, spese per 37,7 milioni e ha trasferito agli enti locali 22,3 milioni di euro.
Secondo Cna Costruzioni Marche, uno dei motivi per i ritardi nell’avvio della ricostruzione leggera, è proprio dovuto alla mancata garanzia di una completa copertura finanziaria e soprattutto di tempi di pagamento molto dilazionati, con il rischio di strozzare ancora di più le imprese locali. Un rischio che i Sindaci non vogliono assumersi perché poi sono loro a risponderne nei confronti delle aziende edili.

da Cna Costruzioni Marche

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